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Wi-MAX come l’UMTS?

Gio ,11/01/2007

Cosa è il Wi-MAX:

A parte il doveroso articolo di wikipedia, in breve riassumo dicendo che è una connessione ad internet a banda larga (come l’ADSL) senza fili.
A differenza del più comune wi-fi che nasce per uso domestico, il Wi-MAX serve a coprire ampie zone più o meno come i ripetitori della telefonia mobile.

Mentre negli USA si hanno intere città coperte via wireless (Wi-Fi) con connessione gratuita (sarà oggetto di un prossimo post) in Italia finalmente si discute sul Wi-MAX e questa volta sembriamo un po’ più preparati rispetto a quello che successe con l’avvento del Wi-Fi (un articolo esplicativo sul decreto Gasparri su punto-informatico).

Questa iniziativa, non so quanto utile, che comunque ha il merito di sollevare il problema di una internet schiava delle Telco e quindi orfana degli operatori storici del settore, gli ISP. Le compagnie di telecomunicazione sono ogni giorno più in conflitto di interessi con una internet che offra una connessione neutra alla rete.
Il tentativo è quello di trasformare internet in una seconda rete telefonica in cui si ha accesso soltanto a quei servizi a cui l’operatore ci ha abilitato (e per cui paghiamo).
Niente più, quindi, connessione ad internet e poi uso tutti i programmi o servizi che voglio.

Pensate a cosa succederebbe se l’Italia fosse coperta dal Wi-MAX e con un semplice abbonamento flat mensile (come facciamo per l’adsl di casa) facciamo telefonate utilizzando Skype o programmi simili. Non avremmo più bisogno del cellulare, ovviamente e le telefonate tramite internet sarebbero totalmente gratuite.
Adesso consideriamo che la maggior parte degli introiti di una società di telecomunicazioni proviene dalle telefonate e dagli SMS: se questi diventano gratuiti per loro sarà un danno enorme.
Ecco che fare una gara per le licenze Wi-MAX come è stato fatto per quelle UMTS, e darle quindi alle solite compagnie telefoniche significherebbe, di fatto, fare abortire questa tecnologia o, comunque, limitare il suo sviluppo sin dalla nascita.

Un articolo di Punto-Informatico su questa tematica.

iPhone è una realtà

Mer ,10/01/2007

Finalmente Apple l’ha presentato!

Per comodità vi posto il link allo streaming della presentazione qui.

A parte tutte le informazioni tecniche che potete trovare sul sito della Apple mi piace segnalare questo articolo letto su Tevac che riassumo ed estendo

  • Symbian: di sicuro il miglior ambiente per smartphone al momento (vedremo come andrà MacOSX…). Supportato praticamente da tutti i maggiori produttori di smartphone come Nokia, SonyEricsson e Motorola è praticamente lo standard del settore.
    Il problema è che ogni produttore modifica molto l’ambiente e spesso le applicazioni funzionano soltanto su un telefono in particolare e la compatibilità tra versioni differenti di symbian la compatibilità è praticamente nulla.
  • Windows Mobile: in generali lenti ed esosi a livello di batteria non offre nulla in più rispetto a symbian ed in più non è supportato dai maggiori costruttori a parte Motorola.
    Le versioni Pocket di Office, poi, sono veramente ridicole: PocketIE ha molte difficoltà nel rendere bene le pagine su schermi piccoli. PocketWord non supporta neanche le tabelle. PocketExcel non visualizza i grafici, e così via…
  • Linux: vuol dire tutto e nulla. Non esiste una piattaforma definita ed ogni produttore (Nokia e Motorola principalmente) deve crearsi le proprie applicazioni, interfacce etc etc che rendono ogni smartphone incompatibile con gli altri.
  • MacOSX: oltre al kernel si porta dietro tutte le core technologies (in breve delle funzionalità per grafica e audio) che permettono di scrivere un’applicazione indipendentemente dal dispositivo utilizzato.
    Praticamente sarà possibile sviluppare su MacOSX desktop un’applicazione e vederla girare su Intel, PowerPC e iPhone. Già si può vedere un esempio di questo con Safari o iTunes per iPhone che sono gli stessi del Desktop.

Unica nota dolente della presentazione, almeno dal mio punto di vista: mancanza di un plugin flash per Safari (si è visto nella pagina del NewYork Times), sicura mancanza di java (che apriva la porta ad innumerevoli applicazioni) nessun cenno sulla gestione delle applicazioni, ma il MacWorld non è il posto per cose tecniche: per quello c’è l’ADC.

Purtroppo da noi arriverà solo a fine anno, speriamo non in concessione unica ad un operatore (come faranno negli USA) e di avere anche l’applicazione di VisualVoiceMail che al momento sembra sviluppata ad hoc con l’operatore americano Cingular.